mercoledì 4 novembre 2009

Tornata all'ovile con poche idee e ben confuse

Ebbene sì, sono tornata all'ovile sull'altra sponda dell'Atlantico.Per la verità devi farti anche un pezzo di Mediterraneo e giù giù giù poi su su su nell'Adriatico e voilà, eccomi a casa.
Ritorno un po' spaesante e decisamente poco foriero di cambiamenti. Anzi, c'è da lottare per recuperare il terreno perduto.
Questo il motivo della lunga pausa ma in realtà non è del tutto vero. In realtà non so che fare...
Mi piaceva scribacchiare di cosa succede negli States con un occhio da Belpaese. Ma adesso che qua son tornata che senso ha? O forse mi son fatta già prendere dalla melassa del piccolo posto caldo e comodo? In realtà vorrei già ripartire? Ma che senso ha scrivere da una beach che non c'è? Fuori dalla finestra ci son solo tetti rossi e pioggia grigia (mamma mia che brutta immagine) 
Però troncare questo esperimentino web così brutalmente un po' mi spiace
Boh.. ci devo meditare... meditare.. meditare...
Vabbè non ci perderemo il sonno in tanti.

mercoledì 23 settembre 2009

Cercasi attori per Twilight e per piangere un po' alla latina

Stavo gironzolando su Craiglist per vedere quali lavoretti mi sto perdendo da queste parti (in effetti ce ne sarebbero parecchi, diciamo che mi spiace non poco dover tornare sull'altra beach), comunque stavo gironzolando on line e mi sono imbattuta in questo:



ragazzine di ogni età anagrafica innamorate di "Twilight", vampiri e dintorni potete lanciarvi. Cercano gente di ogni colore, forma e dimensione.


E' solo uno dei tanti casting che fanno da queste parti. Ma d'altronde Miami è nota per le sue agenzie di modelle/i. Venerdì mattina stavano girando l'ennesimo spot con sfondo spiaggia e molo (avviso agli interessati: erano le 9 del mattino di solito dopo le 9:30 fa troppo caldo quindi per fare model watching bisogna essere mattinieri). Anche qui la modella (sorry ma col telefonino non son riuscita a riprenderla per benino) era all'opera su Ocean Drive all'alba o quasi.



Altra attività in cui Miami è fortissima sono le telenovelas. I maggiori produttori come Univisión e Telemundo girano qua. Pare che i segreti del mestiere siano: devi sembrare arrabbiato? devi essere arrabbiatissimo. Devi essere geloso? Se non ti comporti come Otello è roba da niente. Sei innamorato? Minimo un bacio da laringoscopia con gemiti e affini. Esagerare esagerare esagerare. Mi amor. Mi querido. Tu me encanta. Ay, come te amo. E mi raccomando: llorar llorar llorar.
Poi magari fuori dal set il supermacho protagonista è gay, ma questa è un'altra storia.

Una delle massime esperte in materia è Carolina Acosta-Alzuru venezuelana, che tiene un corso di telenovelas all'Università della Georgia. Pensa te.

lunedì 21 settembre 2009

Il prete, la stripper e la bambina

Non so quanto se ne sappia in Italia, comunque da queste parti i preti cattolici non ci stanno facendo una gran figura. Sarà che a Miami è caldo, che le donne sono latine e quando camminano per strada hanno quell'aura intrigante, testa alta, sguardo fisso. Lo sanno dentro di essere belle anche se portano la taglia extralarge, e la sicurezza le rende sexy. Sarà piuttosto che il celibato non è stata una gran furbata da duemila anni e rotti a questa parte.



Sia come sia, dopo il caso di Alberto Cutié (sopra), il popolare prete televisivo con show su Telemundo e pure su Radio Paz Wacc830Am, una vera star altro che Radio Maria,. Cutié a maggio si è dovuto sposare velocemente (incitato caldamente dall'Arcidiocesi) dopo che un tabloid in lingua spagnola l'aveva beccato a sbaciucchiarsi con la fidanzata (poi ne è saltata fuori un'altra ma son quisquilie). Adesso ti arriva la seconda mazzata per l'Arcidiocesi di Miami.




E' la storia di David Dueppen, 42 anni, e Beatrice Hernandez, qualcuno in meno. Lei una stripper in un locale che si chiama (giuro) Porky's, lui un insegnante di liceo che una decina di anni fa decide di prendere i voti. Ma evidentemente quello dell'astinenza gli stava stretto e così comincia la storia con Beatriz. Si vedono la domenica (dopo la messa?). Lui viene trasferito prima a St.Francis de Sales, la chiesetta di Miami Beach, poi alla St. Mary's Star of the Sea a Key West, poi a St. Maximilian Kolbe Church in Pembroke Pines. Lei lo segue e la storia va avanti a tal punto che all'inizio dell'anno lei sforna pure una bambina. E qui sta il dramma: lei ora chiede il mantenimento e lui si rifiuta. Insomma dopo palme, spiaggia e besos, mi amor e mi querido all'ombra della tonaca, padre Dueppen mi cade sul vil denaro (stavo per dire mi diventa rabbino, decisamente rude, quasi sul racist da queste parti, ops).
Comunque sia, mi fa tenerezza l'Arcidiocesi di Miami. Loro per il momento hanno sospeso Dueppen. Nel 2006 avevano dato alla Beatriz pure 60 mila dollari (e i loro problemoni economici ce li hanno pure loro) purchè stesse buona dopo che David aveva promesso di starle lontano. Ma si sa, la Chiesa perdona ma la carne è debole.

Ora che ci penso, la St.Francis de Sales è stata anche la chiesa di Cutié. Vado a farci un giretto, sarà che è quella chiesa apparentemente così insignificante ad eccitare gli animi? Pardon, le anime? Altro che Uccelli di Rovo.

Il Miami Herald non ci va leggero con la Chiesa cattolica santa apostolica romana. Accanto a questa storia, anche quella dei piccoli sordomuti molestati a Verona all'Istituto Antonio Provolo. Soprattutto si sottolinea come la stampa italiana sia decisamente ossequiosa nei confronti del Vaticano e abbia dato poca enfasi alla notizia.
"In this predominantly Roman Catholic country, the church enjoys such an exalted status that the pope's pronouncements frequently top the evening news, without any critical commentary. Even those with anti-clerical views acknowledge the important role the church plays in education, social services and caring for the poor. As a result, few dare to criticize it, including the mainstream independent and state-run media. In addition, there's a certain prudishness in small-town Italy, where one just doesn't speak about sex, much less sex between a priest and a child."
Insomma ci trattano quasi da terzo mondo. Basta, qua sparano sulla croce rossa (la libertà di stampa in Italia), un po' di clemenza por favor. Certo che un po' c'hanno ragione.

domenica 20 settembre 2009

Il concerto di Juanes visto da Miami, l'unica città cubana per cui non serve il visto




Un milione e mezzo e oltre di persone secondo MegaTv (un po' meno secondo tutti gli altri) in plaza de la Revolution a Cuba per il Concerto della Pace del 20 settembre. Per l'Italia è il concerto di Jovanotti a Cuba. Per il resto del mondo e per Miami e dintorni, il concerto organizzato da Juanes, il cantante colombiano di "tengo la camisa negra", che ha coinvolto una serie di artisti, compresi i cubani nel suo "Paz sin fronteras" in "camisa blanca".



Tra i cubani americani di Miami il concerto ha provocato più di una discussione. Sono almeno due mesi che giornali e tv ne parlano. Megatv, come tante tv di lingua spagnola, ci ha fatto pure la diretta a partire dalle 14, però, tanto per capire il clima da queste parti, il titolo del concerto è stato cambiato tra l'ironico e il polemico in "Paz CON fronteras". Per stare sul "morbido" i critici in queste settimane sostenevano che un concerto del genere aiutava semplicemente Castro e il suo regime. C'è chi si è fatto riprendere mentre rompeva i cd di Juanes e la polizia ha messo sotto sorveglianza la casa del cantante che è a Key Biscayne. Altri invece vedono l'opportunità per parlare di democrazia e far arrivare un po' di "aria fresca" a Cuba.

Considerando che Miami è "l'unica città cubana per la quale non serve il visto", altro modo di definirla degli americani, tutto quello che accade sull'isola viene visto con una lente deformante e fin troppo vicina al corazon. Però le cose stanno cambiando, qualcosa di muove nei rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti, lo raccontavo qua qualche settimana fa.



    In plaza de la Revolution a Cuba oggi c'era anche il mio amico P. Quando ci rivedremo mi sa che gli chiederò com'è stato vedere il concerto tra quella folla (con 40 gradi e el sol tropical sopra la cabeza) e soprattutto com'è andato il suo viaggio a Cuba. Partiva con la testa piena di "Hasta la victoria siempre", non so come tornerà dopo l'impatto con l'isola, piena di fascino e  contraddizioni, sempre più forti e complesse, sempre più complicate da imbrigliare senza rischiare un'implosione dagli effetti pressoché impossibili da prevedere.

sabato 19 settembre 2009

"Giaguare" e turismo, la Brambilla, la Cox e 10 dollari

Le Maldive han messo la tassa sui turisti per risolvere alla "green" i problemi ecologici delle isolette: 3 dollari al giorno non mi pare una gran spesa. Considerando una permanenza media di 9-12 giorni, roba da niente. Tra l'altro la tassa sul turista non è solo roba da isolette in semi-dittatura islamica, perfino gli Stati Uniti stanno meditando una mossa analoga. Il Senato ha approvato il 9 settembre una legge che prevede che i viaggiatori che intendono entrare negli Usa paghino 10 dollari. In pratica, se diventasse operativa, quando chiederai il visa oppure compilerai l'ESTA pre-registration system ci sarà un charge di 10 dollari, anche in questo caso poca cosa (costa di più parlare con l'Ambasciata americana in Italia: 30 euro a chiamata, fisso).

I soldi serviranno per finanziare un'organizzazione no profit che dovrà promuovere il turismo negli States. Con una media di 58 milioni di visitatori all'anno si prospetta una cifretta interessante. Interessante soprattutto per la Florida che basa il bilancio dello Stato su due pilastri: la crescita della sua popolazione (qua non ci sono tasse sul reddito ma solo sulla proprietà e le vendite) e chiaramente il turismo, quest'anno sta ritornando ai livelli pre-9/11, grazie anche al Nino che sta tenendo lontani gli uragani. Ma torniamo ai nostri 10 dollari. Pare che gli americani si siano decisi al grande passo sulla promozione del turismo a livello federale (e per loro è una decisione sofferta) perchè si sono accorti che il resto del mondo sta lavorando in maniera molto aggressiva per convincere i turisti a visitare il Partenone piuttosto che Roma o Madrid. Io temo che col caldo estivo, magari durante il G8 o guardando Bruno Vespa dalle tv del Campidoglio di Washington, i senatori abbiano confuso scosciate e stiletti della ministra Maria Vittoria Brambilla (a destra), con la presunta "aggressività" politica del suo ministero.


Una cosa comunque va detta: la nostra rossa MVB ce l'ha davvero l'appeal della vera cougar a caccia di muscoli nei club di Ocean Drive. Una grinta da far invidia a Courteney Cox (a sinistra), prorpio quella di "Friends", che ora è passata ad un nuovo telefilm "Cougar Town", per l'appunto. Tanto per capirci, per una volta Italia e Stati Uniti son proprio uguali: la gente da queste parti chiama cougar, cioè "giaguare", le donne dopo gli anta a caccia di uomini (per chi non lo sapesse è vero che le donne non vanno in decomposizione dopo i 40, sopravvivono, alcune migliorano pure, esattamente come gli uomini). Da qui, comunque, lo show "Cougar Town" su ABC alle 9:30 del mercoledì.



E già che ci siamo la "Cougar Town" dove è ambientato lo show della Cox guarda caso è una piccola città non ben identificata della Florida, questo significa che Miami da qualche settimana è tappezzata di pubbblicità varie del tipo: la cougar city è questa qua! ... comprate il nuovo Viagra che si usa tutti i giorni così "when the right moment come you'll be ready" oppure "You need a lawyer? Fernandez is your cougar city's lawyer". Metti che ti accusino di sexual harassment (molestie) dopo una seratina selvaggia può servire...
Debbo dire che un pochetto mi sono immedesimata nella Cox. "40 is the new 20", però, ha l'aria più di una minaccia che di un'opportunità.

Detto tra noi, mi sa che la Brambilla è troppo anche per questo show. Più che una giaguara mi pare una pitonessa. Altra fauna.

venerdì 18 settembre 2009

18 buchi per salvare la pelle



Ne avevo già parlato qui all'inizio di settembre, ma decisamente le esecuzioni capitali stan dando dei problemi di questi tempi negli Stati Uniti.

Questa volta c'è il caso di Romell Broom un tipo in carcere dall'84 in Ohio per aver stuprato e ucciso una ragazzina di 14 anni. Oggi ha 53 anni. Martedì han provato per due ore a infilargli l'ago per  l'iniezione letale: 18 buchi ma non son riusciti a trovare una vena adatta.

A parte l'assurdità del tutto che rasenta lo scherzo macabro, e non è neppure il primo pare (parlano di grande massa muscolare di Broom che impedirebbe di accedere alle vene, ma dai che è? un incrocio tra Terminator e Godzilla?), comunque l'avvocato di Broom ha fatto ricorso e la Corte federale ha rinviato il tutto ad un'udienza tra dieci giorni, il 28 settembre. L'avvocato e gli attivisti contro la pena di morte non disdegnano di riuscire ad evitare una nuova esecuzione. 

Hamburger e CocaCola e ti passa la paura (forse)



Coca Cola e McDonald's sono gli unici due brand della lista dei 10 most valuable, i marchi di maggior valore, che nel 2009 hanno guadagnato qualche milioncino di dollari (+3% la prima che partiva da 69 miliardi, +4% il secondo che ne aveva 35). A me la notizia ha fatto un po' impressione. In realtà Google e Ibm han guadagnato pure loro (Google è decisamente quello con la performance migliore del pacchetto +25% ma partiva da 32 miliardi di dollari), ma pensare che bollicine zuccherate e hamburger unti siano gli oggetti del desiderio di quest'annata di gente senza lavoro e crisi generale fa pensare. Forse perchè una soda e un pezzo di carne a poco prezzo ben incartato (con 99 centesimi mangi e bevi da McDonald's) sono acquistabili da tutti, e con 5 dollari fai felice la famiglia anche se tu e tua moglie siete disoccupati e rischiate di perdere la casa.

Forse perché entrambe le company hanno adottato da qualche tempo il marketing del bastone e della carota. Da un lato non mancano di difendere strenuamente ogni loro possibile mercato arrivando perfino a citare un ristorante di Kuala Lumpur perchè sia chiama McCurry (mi ricorda un po' la vicenda del Bar Ferrari di Imola, però è finita diversamente, qua Golia ha perso). Dall'altro si "ripuliscono" la facciata dalle accuse più infamanti installando frigoriferi "verdi" e facendo felice Greenpeace.

Su McDonald's e dintorni è assolutamente da vedere quel capolavoro che è "Fast Food Nation", va gaurdato rigorosamente lontano dai pasti (qui sotto c'è il trailer e volendo si può andare alla fonte e comprare il libro omonimo di Eric Schlosser, qui a fianco)




Per quanto riguarda la Coca Cola, la notizia più carina arriva giusto giusto una settimana fa dalla Florida: la Bell Shoals Baptist Church of Brandon vicino a Tampa ha deciso di eliminare le dieci dico dieci macchinette distributrici di PepsiCola presenti nei suoi locali per sostituirle con macchinette della Coca Cola. Il motivo? La Pepsi ha annunciato di voler sostenere la causa gay e la mega chiesa battista ha deciso di passare alla CocaCola. Ora, a parte il fatto che pensare ad una sola chiesa con dieci macchinette per la coca fa un po' strano, mi pare decisamente poco furbo andare contro i diritti gay in Florida, a Miami, universalmente nota per essere a dir poco gay-friendly (la prima volta che son venuta qua pensavo che le bandiere arcobaleno in spiaggia significassero impegno politico e militanza pacifista, poi un amico mi ha indicato due ragazzi che si baciavano e ho capito. Certe volte son lenta). In questo modo la Bell Shoals rischia di perdere non pochi "clienti". E tra l'altro pare sia siano pure sbagliati, dato che la CocaCola pare che, pur senza troppa enfasi, sostenga i gruppi gay.
Ah dimenticavo, McDonald's invece ha annunciato di aver rivisto la sua politica in veste più "cristiana", ovvero niente sostegno ai gay. Chissà, forse perché i gay son considerati più attenti al fisico e quindi invece degli hamburger preferiscono sushi e verdurine.