
Il punto d'incontro tra Cina, Albania, Stati Uniti e Afghanistan è un ufficio a due passi dalla spiaggia di Miami Beach. Una delle zone più cool della città. E' la Aey inc. di Efraim Diveroli, 23 anni appena, che rischia 5 anni di prigione, per aver venduto all'esercito americano vecchie munizioni cinesi facendole passare per albanesi. Una commessuccia da 298 milioni di dollari.
Cos'ha ben pensato di fare Diveroli? Ma di acquistare un bel po' di munizioni in possesso dell'Albania's Military Export and Import Co, una controllata del Ministero della difesa albanese. Roba risalente agli anni '60, quando Mao e Hoxa erano ancora grandi amici. Quasi antiquariato o gadget per nostalgici della Guerra fredda. Valore commerciale quasi zero. L'idea era geniale quanto semplicissima: togliere le cartucce dalle scatole cinesi e reimpacchettarle "made in Albania". Una volta infilate in un Kalashnikov chi può notare la differenza.
Il contratto con l'esercito usa per la fornitura di munizioni (con l'U.S. Army Sustainment Command in Rock Island) risale al marzo del 2007 e, visto l'ammontare, la Aey si era guadagnata pure un articolo sul defenseindustrydaily.com L'idea di Diveroli gli permetteva non solo di lucrare sulla commessa, quanto di aggiarare l'embargo che esiste tuttora nei confronti delle armi cinesi. Parte delle restrizioni commerciali che gli Stati Uniti hanno deciso dopo Tienanmen. Le restrizioni pian piano sono cadute, come ben dimostra il fatto che la Cina è il più grande "creditore" del mostruoso debito Usa, ma quelle per le armi son rimaste. Già nel 2008, però, la Aey era sotto inchiesta da parte del ministero della difesa americano. A parte la faccenda dei cinesi, pare che in alcuni casi le armi vendute non fossero conformi agli standard di sicurezza e prestazioni richiesti dal Pentagono ("It would seem that even a Kalashnikov has limits on what it will fire" pare sia stata la battutona di un militare americano) o semplicemente ne siano state consegnate meno del pattuito.
Il contratto con l'esercito usa per la fornitura di munizioni (con l'U.S. Army Sustainment Command in Rock Island) risale al marzo del 2007 e, visto l'ammontare, la Aey si era guadagnata pure un articolo sul defenseindustrydaily.com L'idea di Diveroli gli permetteva non solo di lucrare sulla commessa, quanto di aggiarare l'embargo che esiste tuttora nei confronti delle armi cinesi. Parte delle restrizioni commerciali che gli Stati Uniti hanno deciso dopo Tienanmen. Le restrizioni pian piano sono cadute, come ben dimostra il fatto che la Cina è il più grande "creditore" del mostruoso debito Usa, ma quelle per le armi son rimaste. Già nel 2008, però, la Aey era sotto inchiesta da parte del ministero della difesa americano. A parte la faccenda dei cinesi, pare che in alcuni casi le armi vendute non fossero conformi agli standard di sicurezza e prestazioni richiesti dal Pentagono ("It would seem that even a Kalashnikov has limits on what it will fire" pare sia stata la battutona di un militare americano) o semplicemente ne siano state consegnate meno del pattuito.
La sentenza per Diveroli è attesa per il 1° novembre; dovrebbe essere meno pesante del previsto perchè venerdì 28 agosto il "ragazzo" ha confessato la faccenda cinese, chiaramente dopo un accordo con il procuratori. I capi d'imputazione, però, sono 84 e vanno dalla frode al traffico d'armi (pare vi siano legami anche con altri paesi e trafficanti).
Nata dieci anni fa con un fatturato annuale di 630,000 dollari e meno di dieci dipendenti, c'è da chiedersi cos'abbia convinto nel 2007 l'Army Sustainment Command in Rock Island a dare all'Aey una commessa del genere. Promozione dei giovani piccoli imprenditori? Un dubbio ce l'hanno pure il NYT e una Commissione del congresso, ma per ora s'indaga sui collegamenti con politici albanesi (il ministro della difesa) che possono aver coperto l'affare.
Certo che Diveroli, in fondo, poteva già vantare una certa esperienza dato che la licenza come rivenditore di armi l'ha presa a 18 anni appena (dopo aver lasciato la high school), quando è diventato presidente dell'azienda di famiglia; come vice si è scelto un amico di due anni più vecchio. Al suo attivo, compravendita di granate, munizioni, armi di ogni tipo. Però tranquilli, fino ai 21 anni non ha potuto bere alcol! In banca il giovane imprenditore ha circa 4 milioni e rotti di dollari che lo attendono , frutto delle prime tranche di armi consegnate agli Usa per gli afgani e non coinvolte nella faccenda cinese. Per ora son congelati, ma in futuro chissà.
Vita morte e miracoli del genio delle munizioni" sono qui.
Vita morte e miracoli del genio delle munizioni" sono qui.
La Aey, Inc (975 Arthur Ste 211, Miami Beach, 33140, Phone: (305) 401-7222) risulterebbe ancora attiva. Nei blog la segnalano come un buon posto per comprare cartucce sfuse a prezzi concorrenziali. Casomai uno dovesse fare una strage in un college o in una palestra e fosse a corto di denaro...
Nessun commento:
Posta un commento