mercoledì 23 settembre 2009

Cercasi attori per Twilight e per piangere un po' alla latina

Stavo gironzolando su Craiglist per vedere quali lavoretti mi sto perdendo da queste parti (in effetti ce ne sarebbero parecchi, diciamo che mi spiace non poco dover tornare sull'altra beach), comunque stavo gironzolando on line e mi sono imbattuta in questo:



ragazzine di ogni età anagrafica innamorate di "Twilight", vampiri e dintorni potete lanciarvi. Cercano gente di ogni colore, forma e dimensione.


E' solo uno dei tanti casting che fanno da queste parti. Ma d'altronde Miami è nota per le sue agenzie di modelle/i. Venerdì mattina stavano girando l'ennesimo spot con sfondo spiaggia e molo (avviso agli interessati: erano le 9 del mattino di solito dopo le 9:30 fa troppo caldo quindi per fare model watching bisogna essere mattinieri). Anche qui la modella (sorry ma col telefonino non son riuscita a riprenderla per benino) era all'opera su Ocean Drive all'alba o quasi.



Altra attività in cui Miami è fortissima sono le telenovelas. I maggiori produttori come Univisión e Telemundo girano qua. Pare che i segreti del mestiere siano: devi sembrare arrabbiato? devi essere arrabbiatissimo. Devi essere geloso? Se non ti comporti come Otello è roba da niente. Sei innamorato? Minimo un bacio da laringoscopia con gemiti e affini. Esagerare esagerare esagerare. Mi amor. Mi querido. Tu me encanta. Ay, come te amo. E mi raccomando: llorar llorar llorar.
Poi magari fuori dal set il supermacho protagonista è gay, ma questa è un'altra storia.

Una delle massime esperte in materia è Carolina Acosta-Alzuru venezuelana, che tiene un corso di telenovelas all'Università della Georgia. Pensa te.

lunedì 21 settembre 2009

Il prete, la stripper e la bambina

Non so quanto se ne sappia in Italia, comunque da queste parti i preti cattolici non ci stanno facendo una gran figura. Sarà che a Miami è caldo, che le donne sono latine e quando camminano per strada hanno quell'aura intrigante, testa alta, sguardo fisso. Lo sanno dentro di essere belle anche se portano la taglia extralarge, e la sicurezza le rende sexy. Sarà piuttosto che il celibato non è stata una gran furbata da duemila anni e rotti a questa parte.



Sia come sia, dopo il caso di Alberto Cutié (sopra), il popolare prete televisivo con show su Telemundo e pure su Radio Paz Wacc830Am, una vera star altro che Radio Maria,. Cutié a maggio si è dovuto sposare velocemente (incitato caldamente dall'Arcidiocesi) dopo che un tabloid in lingua spagnola l'aveva beccato a sbaciucchiarsi con la fidanzata (poi ne è saltata fuori un'altra ma son quisquilie). Adesso ti arriva la seconda mazzata per l'Arcidiocesi di Miami.




E' la storia di David Dueppen, 42 anni, e Beatrice Hernandez, qualcuno in meno. Lei una stripper in un locale che si chiama (giuro) Porky's, lui un insegnante di liceo che una decina di anni fa decide di prendere i voti. Ma evidentemente quello dell'astinenza gli stava stretto e così comincia la storia con Beatriz. Si vedono la domenica (dopo la messa?). Lui viene trasferito prima a St.Francis de Sales, la chiesetta di Miami Beach, poi alla St. Mary's Star of the Sea a Key West, poi a St. Maximilian Kolbe Church in Pembroke Pines. Lei lo segue e la storia va avanti a tal punto che all'inizio dell'anno lei sforna pure una bambina. E qui sta il dramma: lei ora chiede il mantenimento e lui si rifiuta. Insomma dopo palme, spiaggia e besos, mi amor e mi querido all'ombra della tonaca, padre Dueppen mi cade sul vil denaro (stavo per dire mi diventa rabbino, decisamente rude, quasi sul racist da queste parti, ops).
Comunque sia, mi fa tenerezza l'Arcidiocesi di Miami. Loro per il momento hanno sospeso Dueppen. Nel 2006 avevano dato alla Beatriz pure 60 mila dollari (e i loro problemoni economici ce li hanno pure loro) purchè stesse buona dopo che David aveva promesso di starle lontano. Ma si sa, la Chiesa perdona ma la carne è debole.

Ora che ci penso, la St.Francis de Sales è stata anche la chiesa di Cutié. Vado a farci un giretto, sarà che è quella chiesa apparentemente così insignificante ad eccitare gli animi? Pardon, le anime? Altro che Uccelli di Rovo.

Il Miami Herald non ci va leggero con la Chiesa cattolica santa apostolica romana. Accanto a questa storia, anche quella dei piccoli sordomuti molestati a Verona all'Istituto Antonio Provolo. Soprattutto si sottolinea come la stampa italiana sia decisamente ossequiosa nei confronti del Vaticano e abbia dato poca enfasi alla notizia.
"In this predominantly Roman Catholic country, the church enjoys such an exalted status that the pope's pronouncements frequently top the evening news, without any critical commentary. Even those with anti-clerical views acknowledge the important role the church plays in education, social services and caring for the poor. As a result, few dare to criticize it, including the mainstream independent and state-run media. In addition, there's a certain prudishness in small-town Italy, where one just doesn't speak about sex, much less sex between a priest and a child."
Insomma ci trattano quasi da terzo mondo. Basta, qua sparano sulla croce rossa (la libertà di stampa in Italia), un po' di clemenza por favor. Certo che un po' c'hanno ragione.

domenica 20 settembre 2009

Il concerto di Juanes visto da Miami, l'unica città cubana per cui non serve il visto




Un milione e mezzo e oltre di persone secondo MegaTv (un po' meno secondo tutti gli altri) in plaza de la Revolution a Cuba per il Concerto della Pace del 20 settembre. Per l'Italia è il concerto di Jovanotti a Cuba. Per il resto del mondo e per Miami e dintorni, il concerto organizzato da Juanes, il cantante colombiano di "tengo la camisa negra", che ha coinvolto una serie di artisti, compresi i cubani nel suo "Paz sin fronteras" in "camisa blanca".



Tra i cubani americani di Miami il concerto ha provocato più di una discussione. Sono almeno due mesi che giornali e tv ne parlano. Megatv, come tante tv di lingua spagnola, ci ha fatto pure la diretta a partire dalle 14, però, tanto per capire il clima da queste parti, il titolo del concerto è stato cambiato tra l'ironico e il polemico in "Paz CON fronteras". Per stare sul "morbido" i critici in queste settimane sostenevano che un concerto del genere aiutava semplicemente Castro e il suo regime. C'è chi si è fatto riprendere mentre rompeva i cd di Juanes e la polizia ha messo sotto sorveglianza la casa del cantante che è a Key Biscayne. Altri invece vedono l'opportunità per parlare di democrazia e far arrivare un po' di "aria fresca" a Cuba.

Considerando che Miami è "l'unica città cubana per la quale non serve il visto", altro modo di definirla degli americani, tutto quello che accade sull'isola viene visto con una lente deformante e fin troppo vicina al corazon. Però le cose stanno cambiando, qualcosa di muove nei rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti, lo raccontavo qua qualche settimana fa.



    In plaza de la Revolution a Cuba oggi c'era anche il mio amico P. Quando ci rivedremo mi sa che gli chiederò com'è stato vedere il concerto tra quella folla (con 40 gradi e el sol tropical sopra la cabeza) e soprattutto com'è andato il suo viaggio a Cuba. Partiva con la testa piena di "Hasta la victoria siempre", non so come tornerà dopo l'impatto con l'isola, piena di fascino e  contraddizioni, sempre più forti e complesse, sempre più complicate da imbrigliare senza rischiare un'implosione dagli effetti pressoché impossibili da prevedere.

sabato 19 settembre 2009

"Giaguare" e turismo, la Brambilla, la Cox e 10 dollari

Le Maldive han messo la tassa sui turisti per risolvere alla "green" i problemi ecologici delle isolette: 3 dollari al giorno non mi pare una gran spesa. Considerando una permanenza media di 9-12 giorni, roba da niente. Tra l'altro la tassa sul turista non è solo roba da isolette in semi-dittatura islamica, perfino gli Stati Uniti stanno meditando una mossa analoga. Il Senato ha approvato il 9 settembre una legge che prevede che i viaggiatori che intendono entrare negli Usa paghino 10 dollari. In pratica, se diventasse operativa, quando chiederai il visa oppure compilerai l'ESTA pre-registration system ci sarà un charge di 10 dollari, anche in questo caso poca cosa (costa di più parlare con l'Ambasciata americana in Italia: 30 euro a chiamata, fisso).

I soldi serviranno per finanziare un'organizzazione no profit che dovrà promuovere il turismo negli States. Con una media di 58 milioni di visitatori all'anno si prospetta una cifretta interessante. Interessante soprattutto per la Florida che basa il bilancio dello Stato su due pilastri: la crescita della sua popolazione (qua non ci sono tasse sul reddito ma solo sulla proprietà e le vendite) e chiaramente il turismo, quest'anno sta ritornando ai livelli pre-9/11, grazie anche al Nino che sta tenendo lontani gli uragani. Ma torniamo ai nostri 10 dollari. Pare che gli americani si siano decisi al grande passo sulla promozione del turismo a livello federale (e per loro è una decisione sofferta) perchè si sono accorti che il resto del mondo sta lavorando in maniera molto aggressiva per convincere i turisti a visitare il Partenone piuttosto che Roma o Madrid. Io temo che col caldo estivo, magari durante il G8 o guardando Bruno Vespa dalle tv del Campidoglio di Washington, i senatori abbiano confuso scosciate e stiletti della ministra Maria Vittoria Brambilla (a destra), con la presunta "aggressività" politica del suo ministero.


Una cosa comunque va detta: la nostra rossa MVB ce l'ha davvero l'appeal della vera cougar a caccia di muscoli nei club di Ocean Drive. Una grinta da far invidia a Courteney Cox (a sinistra), prorpio quella di "Friends", che ora è passata ad un nuovo telefilm "Cougar Town", per l'appunto. Tanto per capirci, per una volta Italia e Stati Uniti son proprio uguali: la gente da queste parti chiama cougar, cioè "giaguare", le donne dopo gli anta a caccia di uomini (per chi non lo sapesse è vero che le donne non vanno in decomposizione dopo i 40, sopravvivono, alcune migliorano pure, esattamente come gli uomini). Da qui, comunque, lo show "Cougar Town" su ABC alle 9:30 del mercoledì.



E già che ci siamo la "Cougar Town" dove è ambientato lo show della Cox guarda caso è una piccola città non ben identificata della Florida, questo significa che Miami da qualche settimana è tappezzata di pubbblicità varie del tipo: la cougar city è questa qua! ... comprate il nuovo Viagra che si usa tutti i giorni così "when the right moment come you'll be ready" oppure "You need a lawyer? Fernandez is your cougar city's lawyer". Metti che ti accusino di sexual harassment (molestie) dopo una seratina selvaggia può servire...
Debbo dire che un pochetto mi sono immedesimata nella Cox. "40 is the new 20", però, ha l'aria più di una minaccia che di un'opportunità.

Detto tra noi, mi sa che la Brambilla è troppo anche per questo show. Più che una giaguara mi pare una pitonessa. Altra fauna.

venerdì 18 settembre 2009

18 buchi per salvare la pelle



Ne avevo già parlato qui all'inizio di settembre, ma decisamente le esecuzioni capitali stan dando dei problemi di questi tempi negli Stati Uniti.

Questa volta c'è il caso di Romell Broom un tipo in carcere dall'84 in Ohio per aver stuprato e ucciso una ragazzina di 14 anni. Oggi ha 53 anni. Martedì han provato per due ore a infilargli l'ago per  l'iniezione letale: 18 buchi ma non son riusciti a trovare una vena adatta.

A parte l'assurdità del tutto che rasenta lo scherzo macabro, e non è neppure il primo pare (parlano di grande massa muscolare di Broom che impedirebbe di accedere alle vene, ma dai che è? un incrocio tra Terminator e Godzilla?), comunque l'avvocato di Broom ha fatto ricorso e la Corte federale ha rinviato il tutto ad un'udienza tra dieci giorni, il 28 settembre. L'avvocato e gli attivisti contro la pena di morte non disdegnano di riuscire ad evitare una nuova esecuzione. 

Hamburger e CocaCola e ti passa la paura (forse)



Coca Cola e McDonald's sono gli unici due brand della lista dei 10 most valuable, i marchi di maggior valore, che nel 2009 hanno guadagnato qualche milioncino di dollari (+3% la prima che partiva da 69 miliardi, +4% il secondo che ne aveva 35). A me la notizia ha fatto un po' impressione. In realtà Google e Ibm han guadagnato pure loro (Google è decisamente quello con la performance migliore del pacchetto +25% ma partiva da 32 miliardi di dollari), ma pensare che bollicine zuccherate e hamburger unti siano gli oggetti del desiderio di quest'annata di gente senza lavoro e crisi generale fa pensare. Forse perchè una soda e un pezzo di carne a poco prezzo ben incartato (con 99 centesimi mangi e bevi da McDonald's) sono acquistabili da tutti, e con 5 dollari fai felice la famiglia anche se tu e tua moglie siete disoccupati e rischiate di perdere la casa.

Forse perché entrambe le company hanno adottato da qualche tempo il marketing del bastone e della carota. Da un lato non mancano di difendere strenuamente ogni loro possibile mercato arrivando perfino a citare un ristorante di Kuala Lumpur perchè sia chiama McCurry (mi ricorda un po' la vicenda del Bar Ferrari di Imola, però è finita diversamente, qua Golia ha perso). Dall'altro si "ripuliscono" la facciata dalle accuse più infamanti installando frigoriferi "verdi" e facendo felice Greenpeace.

Su McDonald's e dintorni è assolutamente da vedere quel capolavoro che è "Fast Food Nation", va gaurdato rigorosamente lontano dai pasti (qui sotto c'è il trailer e volendo si può andare alla fonte e comprare il libro omonimo di Eric Schlosser, qui a fianco)




Per quanto riguarda la Coca Cola, la notizia più carina arriva giusto giusto una settimana fa dalla Florida: la Bell Shoals Baptist Church of Brandon vicino a Tampa ha deciso di eliminare le dieci dico dieci macchinette distributrici di PepsiCola presenti nei suoi locali per sostituirle con macchinette della Coca Cola. Il motivo? La Pepsi ha annunciato di voler sostenere la causa gay e la mega chiesa battista ha deciso di passare alla CocaCola. Ora, a parte il fatto che pensare ad una sola chiesa con dieci macchinette per la coca fa un po' strano, mi pare decisamente poco furbo andare contro i diritti gay in Florida, a Miami, universalmente nota per essere a dir poco gay-friendly (la prima volta che son venuta qua pensavo che le bandiere arcobaleno in spiaggia significassero impegno politico e militanza pacifista, poi un amico mi ha indicato due ragazzi che si baciavano e ho capito. Certe volte son lenta). In questo modo la Bell Shoals rischia di perdere non pochi "clienti". E tra l'altro pare sia siano pure sbagliati, dato che la CocaCola pare che, pur senza troppa enfasi, sostenga i gruppi gay.
Ah dimenticavo, McDonald's invece ha annunciato di aver rivisto la sua politica in veste più "cristiana", ovvero niente sostegno ai gay. Chissà, forse perché i gay son considerati più attenti al fisico e quindi invece degli hamburger preferiscono sushi e verdurine.

mercoledì 16 settembre 2009

Vive la France


Stavo saltellando da un sito all'altro per aggiornarmi un po' sulle news dello stivale e nella web page de il Resto del Carlino mi son trovata di fronte a ciò:

Vino di Hitler e Mussolini sugli scaffali del supermercato
Ritirato dopo la denuncia di una turista francese
E' accaduto a Cuveglio, in provincia di Varese.


Ricordo che la prima volta che ho visto l'etichetta di tal vino ero a Vinitaly, se non ricordo male quattro anni fa. La cosa mi lasciò a dir poco perplessa. Ho ancora il biglietto da visita del rivenditore. Volevo farci un pezzullo per Venerdì di Repubblica ma finì in niente.
Mi sa che per una volta dobbiam proprio dire: Vive la France.

"Carrefour Italia, fa sapere l’Amministratore delegato Giuseppe Brambilla, ha sollecitato l’immediato ritiro dagli scaffali di tutti i Gs delle bottiglie contestate. A Cuveglio ‘l’invito' è stato subito recepito. La casa produttrice del vino commercializza anche barbera dedicato a Papa Giovanni Paolo II, il cabernet di Che Guevara e il merlot di Bob Marley, tutti prodotti che a Cuveglio pare abbiano apprezzabile mercato".
Benessum, ma qualcuno sa dirmi almeno se questo vino vale il prezzo dell'etichetta?

domenica 13 settembre 2009

L'acqua fa male, l'inchiesta vecchio stile del giornale no


Questa news del NYT fa venire la pelle d'oca (che non si dice chicken skin ma goosebump) perchè da queste parti bere "l'acqua del sindaco" è la regola. A New York c'è un tipo che ha pure deciso di venderla in bottiglia, la chiama Tap'd NY (qui a destra). Mi sa che ora dovrà rivedere il marketing.

"In the last five years alone, chemical factories, manufacturing plants and other workplaces have violated water pollution laws more than half a million times. The violations range from failing to report emissions to dumping toxins at concentrations regulators say might contribute to cancer, birth defects and other illnesses - spiega il NYT -. However, the vast majority of those polluters have escaped punishment. State officials have repeatedly ignored obvious illegal dumping, and the Environmental Protection Agency, which can prosecute polluters when states fail to act, has often declined to intervene (...) ".
La cosa più interessante è il database dove basta immettere il cap e puoi controllare in tempo reale se l'impianto vicino a casa tua è tra quelli considerati a rischio. Debbo dire con un sospiro di sollievo che il "nostro" Amoco service station #92 di Miami Beach è tra quelli "bravi".

E già questo ti fa capire che potenza sia il sito web del NYT (dove tutte le news, almeno quelle che ho cercato finora da archivio o recenti, sono free, ma devo indagare meglio) e lo stesso giornale cartaceo. Ma la chicca finale è questa:
"The Times obtained hundreds of thousands of water pollution records through Freedom of Information Act requests to every state and the E.P.A., and compiled a national database of water pollution violations that is more comprehensive than those maintained by states or the E.P.A. (For an interactive version, which can show violations in any community, visit www.nytimes.com/toxicwaters.)
In addition, The Times interviewed more than 250 state and federal regulators, water-system managers, environmental advocates and scientists".
Questi hanno fatto un'inchiesta che ha impiegato mesi, almeno due giornalisti dedicati e non si sa quanti altri interni e stagisti per le ricerche. La famosa inchiesta vecchio stile. Nonostante i tempi duri per la carta stampata, pare che questa sia una delle poche certezze: al lettore piacciono le inchieste. E  le notizie che trova sui giornali che hanno una reputazione di antica data in tal senso sono considerati ancora "oro colato".  Come trasformare questa fiducia nell'acquisto di una copia al giorno o alla settimana è materia di discussione. Come questo si incrocia col web complica ulteriormente l'equazione. Ad esempio nessuno ha ancora ben chiaro, per quanto riguarda le  news on line, cosa e come farle pagare.

Tanto per capirci, il buon Murdoch, collega di SB nel settore media e tv, ha sì annunciato che metterà a pagamento tutti i suoi giornali. Certo, ma dal 2010. Intanto vediamo cosa succe. Per esempio se Google sarà veramente in grado di mettere a disposizione dei giornali uno strumento per i micropagamenti come ha promesso, perchè adesso non c'è e nessuno ha intenzione di spendere migliaia di dollari per studiarne uno. Cosa significa? Che chi dice che il futuro dei giornali è solo sul web in realtà primo non sa quando accadrà (domani o tra 50 anni), né se i lettori decideranno veramente di lasciare la carta per il web. Negli Stati Uniti tutti hanno accesso alla rete tramite telefonino ormai, molti giornali anche storici son defunti, eppure altri stanno investendo e crescendo, soprattutto quelli legati al "locale" o capaci di fare inchieste e collegarsi a blog e tv.

Come dice una battuta azzeccata: "con il web non ci incarti il pesce". Fuori di battuta: mia madre non sa neppure accendere il pc ma legge il Resto del Carlino, ogni tanto, e il sabato sera, tutte le settimane; mia sorella è sempre in line ma credo non abbia mai aperto l'edizione web de il Resto del Carlino in vita sua. Siamo sicuri che il mondo dei lettori dei giornali sia già pronto per lasciare la carta?
Il vero problema oggi non è trovare la ricetta adatta, perché non c'è, ma che gli editori siano  in grado in futuro di muoversi in fretta, così come si muove il web, saper modificare le scelte di marketing e industriali, capire le idee vincenti e metterle in pratica, se non prima allora meglio degli altri. I margini per giocare non ci sono più.

sabato 12 settembre 2009

Internazionale, per fortuna che c'è

Informazione di servizio. Ho trovato come dare uno scopo al mio fin troppo vicino rientro in Italia: dal 2 al 4 ottobre a Ferrara c'è il Festival di Internazionale. Dato che sarò in ferie ho intenzione di gustarmelo per benino. Voglio salutare Maria Nadotti, dire "How are you? I love your graphic journalism" a Joe Sacco e un mucchio di altre cose.




Questo è il programma

venerdì 11 settembre 2009

Battuti dalla Svizzera, l'aiutino arriva dal Terzo mondo e dalla tv

L'idea del microcredito l'ha avuta per primo Muhammad Yunus della Grameen Bank, e per questo gli han dato pure il nobel per la Pace (non per l'Economia e non ho mai capito perchè). Comunque sarà un segno dei tempi ma anche negli Stati uniti il microcredito, inventato per dare una speranza alle famiglie dei paesi poveri del Terzo mondo (là ci comprano la mucca, la gallina oppure la macchina per cucire), sta facendo proseliti anche nel Primo mondo. O dovremmo dire piuttosto nel "secondo" visto che quest'anno gli Usa son stati scalzati per la prima volta dalla Svizzera nella speciale classificache tiene conto delle performance economiche e finanziarie

Il microcredito a Miami è una realtà da un paio d'anni, da quando  è nata Our Lending LLC. Dal marzo 2008 ad agosto 2009 hanno già prestato circa 1 milione e mezzo di dollari e hanno circa 350 clienti: meccanici, lavamacchine, negozianti, artigiani, con prestiti dai 1500 ai 20 mila e una restituzione da 6 a 12 mesi.



Requirements?
Be of legal age (18 years old).
Possess valid identity documents.
Be the proprietor of a business for over 1 year or have provable experience of at least a year in that type of business.


L'interesse va dal 16 al 18 per cento. Non molto, se si considera che la carta di credito qua può  arrivare al 25. Di carte di credito ne puoi avere quante ne vuoi (sempre che non ti abbiano già "schedato" come insolvente o "persona che non paga i conti"), ma alla fine ti ritrovi con migliaia di dollari di debiti che difficilmente puoi restituire.  In una società basata  essenzialmente sul consumo  far girare i dollari è un imperativo ma può diventare anche un incubo.

Però ci son sempre gli show tv, dove gli esperti ti spiegano i trucchetti per pagare meno o ti fanno in diretta i conti in tasca per vedere se con i soldi che hai puoi permetterti di comprare uno chalet sul lago per le vacanze oppure se è il caso di darsi una regolata dato che hai 20 mila,  dico 20 mila,  dollari di debiti con le carte di credito a 22 anni e non stai neppure frequentando un college. Clark Howard, che ha aperto il Consumer Action Center,  offre consulenza ai consumatori ogni fine settimana  in diretta su Hln. Le sue credenziali? E' andato in pensione a 31 anni perchè aveva già fatto abbastanza soldi. Lo dice lui.
Ma il mio mito è Suze Orman dello show serale sulla Cnbc. Capelli, biondi corti, piglio deciso, è spietata quando dice "No, you can't afford it!!" Non puoi permetterti il personal trainer se non hai ancora messo da parte nulla per la pensione! Fantastica.


Il microcredito è una realtà anche a Bologna dal 2004, dopo  una serie di iniziative promosse dall’Università, che hanno portato pure ad ospitare Yunus per convegni e conferenze. micro.Bo sembra andare più che bene e pure Emilbanca si è lanciata nel business. Mi sa che questo fosse un segnale da non sottovalutare neppure nela grassa, ricca,  solidale e prosperosa terra rossa delle cooperative.

giovedì 10 settembre 2009

La libertà di stampa non è una questione di sfumature

Su quanto sta accadendo in Italia sulla libertà di stampa mi pare non ci sia nulla da aggiungere. Il 19 sarò alla manifestazione di Roma vitrualmente ma da quello che mi dicono i colleghi e da quanto leggo, tira veramente una brutta aria. Tanto per tirare un po' su il morale ecco cos'accade proprio in questi giorni negli Stati uniti allora, tanto cari a SB quando il presidente era Bush junior.
La notizia bomba del Labor day sono state le dimissioni di Antony "Van" Jones (a destra in alto), il consigliere di Obama per l'ambiente e dintorni. Da settimane Glenn Beck (sotto), una specie di Michele Santoro alla repubblicana, dalle telecamere di Fox News Channel aveva iniziato a raccontare ogni sera alle 5 ogni più piccolo segreto politico possibile e immaginabile su Van Jones, picchiando duro sul fatto che in passato era stato comunista e radicale. Ergo un bruttissimo soggetto. Pare che Van Jones abbia perfino detto una volta che i repubblicani erano degli "asshole". Io mi chiedo cosa ci sia di male, noi abbiamo eletto presidente del consiglio uno che ha dato dei coglioni a metà degli elettori italiani. Forse è la parte anatomica che conta nella gravità dell'offesa. Non ci avevo pensato.

Comunque, l'idea che è passata è che Glenn Beck abbia avuto "il suo primo scalpo". In realtà probabilmente Obama e i suoi stanno "cedendo" qualcosa ai repubblicani per ottenere magari l'approvazione della riforma sanitaria ma questo è un altro discorso.

Ma ora il nocciolo della questione: nessuno della Casa Bianca si è sognato di chiedere la testa di Glenn Beck. Nessuno ha neppure per un attimo pensato di citare per diffamazione Beck. Da queste parti c'è il Primo emendamento, bellezza. E non si tocca. Veramente noi avremmo l'articolo 21 della Costituzione, ma è una questione di sfumature.
Nessun dubbio che poi l'Italia, già a maggio, fosse considerata solo "partly free" nel Rapporto 2009 di Freedom House, l'organizzazione Usa fondata da Eleanor Roosevelt che monitora 195 Nazioni e la loro libertà di stampa. Noi siamo al 71° posto.

Glenn Beck a febbraio ha detto: "So I guess that rules out "moron"- leaving us with "genius". But not a Reagan-style genius in tune with the hearts and mind of a nation. No, I'm thinking Obama's more of a Bond villain-type genius". In pratica ha detto che Obama non è deficiente, anzi è un genio ma non come Reagan in sintonia con il cuore e la mente della nazione, bensì un genio mascalzone alla James Bond. E vi pare poco? Sinceramente non ho mai sentito quel monumento del giornalismo che era Enzo Biagi dire nulla che neppure si avvicinasse a queste parole. 
Così, tanto per ricordare anche Walter Cronkite, "that 's the way it is".

La buona educazione insegnata ai politici


Ha dato del bugiardo al suo presidente in diretta tv e si è immediatamente scusato. Il presidente ha accettato le scuse. Finita lì.


La scena è andata in onda ieri sera durante il discorso di Barak Obama al Congresso. Un po' di titoli sui giornali, una giornata di chiacchere e commenti, sconcerto di tutti i presenti e stop. Così, semplicemente, da paese normale, tanto per scendere nel luogo comune. Il senatore repubblicano Joe Wilson del South Carolina non ha cercato giustificazioni, non ha chiamato in causa un eventuale complotto comunista né i soliti giornalisti che travisano la verità. Altro stile. Lo stesso John McCain, il contendente repubblicano di Obama nella corsa alla Casa Bianca a novembre, ha detto alla Cnn che il comportamento di Wilson era "totally disrespectful" e gli ha detto dei scusarsi. Forzando po' è come se Calderoli avesse dato del bugiardo a Prodi nella scorsa legislatura e Berlusconi (o Bossi) gli avesse detto di scusarsi perchè non era rispettoso.



Nodo del contendere, guarda un po', le cure per gli immigrati illegali contenute nella riforma. "You lie" è arrrivato mentre Obama diceva che "No illegal immigrants will benefit from the health care tax credits" come prevede la Section 246 del progetto di legge, titolo: "NO FEDERAL PAYMENT FOR UNDOCUMENTED ALIENS"
Wilson come tanti repubblicani sostiene che per un illegale è facile dribblare il sistema. Per la verità mi pare che abbia ragione, ma la riforma della sanità non c'entra nulla: già adesso puoi facilmente ottenere una patente anche con il visto turistico e in ospedale non incrociano i dati con l'immigrazione quindi non possono sapere se il tuo visto è scaduto, però devi essere molto molto fortunato, e non incrociare mai la polizia perché loro possono controllare la tua situazione, e son guai.
Ma torniamo a Wilson.
Non è che gli americani non siano "aggressive" nel difendere le loro idee, come si è visto ad agosto proprio durante la campagna per raccontare al paese la riforma sanitaria ma la regola della "politeness", di essere gentili,  di usare la "buona educazione" che insegnano le zie,  di solito (vabbè sono ottimista) viene rispettata anche dai cops mentre ti ammanettano in mezzo alla strada per guida in stato di ebbrezza: ""sir, have you been drinking tonight?".

mercoledì 9 settembre 2009

Quanto ci piace Obama... agli americani piace un po' meno


Da Repubblica, 9 settembre 2009
Sondaggio: in Europa resta alto il sostegno alla presidenza Obama


Dalla Cnn, 1 settembre 2009:
Barack Obama's overall job approval rating is now at 53% and for the first time, a majority of Independents disapprove of how Obama is handling his job as President.

Questo è uno di quei casi in cui stare più vicino alla notizia ti fa capire meglio la situazione. Alle volte una sana distanza aiuta ad avere una visione d'insieme senza perderti nel particolare. Per quanto riguarda Barak Obama, invece, vivere da questa parte dell'oceano ti fa rendere conto che ad essere veramente innamorati del "primo presidente degli Stati uniti afroamericano", a quasi un anno dalla sua elezione, sono soprattutto coloro che lo guardano, per l'appunto, dall'altra parte dell'oceano. Nella vecchia Europa, in particolare nella cara povera piccola Italia. 
Siamo tutti un po' innamorati, soprattutto se il cuore ti batte a sinistra, di questo presidente nero, regolarmente sposato e innamorato della moglie, con due figlie e suocera al seguito nella Casa Bianca (fa tanto famiglia italiana no?). Niente risatine su escort o trapianti di capelli, minorenni, feste o fondotinta, finte liti con la chiesa o veri tentativi di eliminare definitivamente ogni parvenza di libertà di stampa. Quanto è lontano il caudillo SB dal presidente Obama.
Obama che parla di riforma sanitaria, che dice mai più negli Stati uniti qualcuno dovrà essere lasciato senza cure perchè non può pagarsele (ma l'idea di fare le Asl o avere una sanità pubblica all'italiana non li sfiora neppure, da queste parti è pressoché inconcepibile, anche la famosa public option è qualcosa di ben diverso).
Obama che parla ai ragazzi delle scuole (martedì 8 settembre) e dice loro di impegnarsi, che occorre un duro lavoro per ottenere dei risultati, e i repubblicani gli danno del "socialista" (qua è quasi un'offesa, se poi arrivi al comunista sei veramente "rude").
Obama che invita con una campagna ossessiva (e relativi fondi federali per borse di studio e sconti) le madri e chi ha perso il lavoro a tornare sui banchi di scuola perchè nei momenti di crisi occorre studiare prepararsi, aumentare le proprie conoscenze e magari riconvertire la propria professionalità per essere pronti quando ripartirà l'economia (si spera l'anno prossimo).
Obama che promuove il volontariato, mettendoci la sua faccia nelle pubblicità, per dire agli americani che devono dedicare qualche ora agli altri, che un paese dove ci si aiuta è un paese migliore.



Tutto molto bello, cool, dice tante cose "di sinistra" alla Moretti, ti incita, del tipo diamoci da fare tutti insieme che la sfanghiamo. Altogether "Yes we can".
Gli americani, però, sono un popolo pratico. Santi, navigatori ed eroi devono guadagnarsela e non solo essere amici del potere di turno o figli di un Dio maggiore (anche Paris Hilton si fa un mazzo tanto girando da un party ad uno spot). Gli americani si entusiasmano facilmente, ti danno sempre una possibilità, vivono con l'ingenuità del giovane e la prospettiva della "ricerca della felicità" (li ha fregati per sempre scrivere "the pursuing of happiness" nel Right of Bill). In realtà, per sopravvivere sono abituati a fare due o tre lavori contemporaneamente (assicuratore, bagnino e insegnante di inglese per esempio), ad avere poco tempo libero, poche ferie, a pagare di tasca loro per ogni cosa ma con una tassazione che do solito non arriva ad un quarto, un terzo del reddito. Una cosa però la sanno: alla fine i conti devono tornare (anche se hai venti carte di credito e ti danni l'anima per dilazionare la restituzione del debito). E con Obama secondo loro i conti non tornano. Almeno per ora.
Il governo federale si è inventato incentivi di ogni sorta e ha distribuito a febbraio 787 miliardi con il famoso "stimulus package" per sostenere ogni tipo di welfare, dai benefit per i disoccupati alla gente in difficoltà a ripagare i mutui, senza dimenticare il business (dentro ci stavano gli incentivi per comprare auto ecologiche e rottamare quelle più vecchie e inquinanti), per comprare i pannelli solari. Però la disoccupazione è ferma sul 9,7% (fino al 2008 girava tra 4 e 6%), ad agosto han segnalato qualche timido accenno di ripresa a macchia di leopardo nei vari Stati, ma per ora tant'è.
Nel contempo sono arrivati i tagli dei posti di lavoro pubblici, dai postini agli insegnanti.
Poi c'è la famosa  discussione sulla riforma sanitaria, cavallo di battaglia molto liberal, molto etico e per me giustissimo (ma facciamocene una ragione se hai un incidente non ti lasciano dissanguare davanti al pronto soccorso, il problema vero non sono le emergenze, quanto le cure costanti nel tempo da quelle per un enfisema al tumore passando per il diabete o il più banale dentista). Dopo la bagarre agostana, in realtà, la riforma sanitaria non appassiona più di tanto l'americano medio, che a settembre è molto più preoccupato di dover pagare le tasse sulla casa (se ce l'ha ancora), che sono altucce da queste parti, e poi comincia la scuola/college dei figli (idem come sopra quanto a costi se non ti accontenti della public school).

Poi Obama sta rischiando di giocarsi anche la comunità gay d'America, che ha sostenuto con fior di dollari la sua campagna elettorale, dato che la legge sul matrimonio per le coppie omosessuali al momento è scomparsa dall'agenda presidenziale (per ora sono solo 4 gli Stati americani che hanno una legge che permette il matrimonio di persone dello stesso sesso).
 
Anche la numerosissima comunità ispanica che ha votato compatta Obama, seppur contenta che Sonia Sotomayor sia diventata a luglio la prima giudice della Corte suprema di origine latina mai vista in questo paese, sta scalpitando non poco nell'attesa della promessa nuova legge sull'immigrazione, una delle priorità  del programma elettorale posticipate all'anno prossimo in nome dell'emergenza nell'economia


Poi ci sono faccenducole più sottili e meno razionali. Tralasciando il fatto che è nero (questo si vede mi pare), e che in un paese ancora razzista come gli Stati Uniti (affermazione del mio biondissimo insegnante di inglese di Boston che non metto in dubbio), Obama viene considerato un po' troppo debole e condiscendente. In un talk show l'altra sera un ragazzo con la spilletta dei democratici ad un certo punto è sbottato: "Obama dovrebbe fare un po' di più come Bush! Invece ascolta sempre tutti, media, e intanto non si fa niente". Vabbè, il ragazzo va capito, gli americani han rimasto nei geni il 7° cavalleria, altrimenti come facevano ad eleggere "Terminator" governatore della California?
Ma il giovane sostenitore democratico ha sintetizzato il pensiero comune da queste parti. Per dirla come mia nonna "e' basterd (Obama) e' scorr benessum, ma e' fa poc sug", che tradotto dal romagnolo all'inglese suona pressapoco "dude speaks cool, but does nothing". 
E adesso vado, tra pochi minuti (sono le 20) Obama parla in diretta al Congresso per "push" la sua riforma sanitaria. E' il secondo round dopo quello del 22 luglio scorso davanti ai giornalisti.
Non posso perdermelo. Sono italiana, tendenzialmente di sinistra. A me "mi" piace proprio tanto! 
E sono pure moderatamente ottimista... may be, he can

martedì 8 settembre 2009

I terroristi della bottiglia d'acqua (e dello shampoo)

Bene adesso tutti quanti sappiamo con chi dobbiamo prendercela quando ci tocca buttare via una bottiglia d'acqua appena aperta prima di entrare nell'area gates dell'aeroporto oppure ci controllano con la lente shampoo mignon o cremina idratante per verificare che non superino i 150 milligrammi. I colpevoli sono questi tre figuri: Abdulla Ahmed Ali, 28, Assad Sarwar, 29, and Tanvir Hussain, 28.
Ieri un tribunale inglese li ha condannati per terrorismo, Insieme ad altri avevano pianificato e stavano per mettere in atto una serie di attentati con del liquido esplosivo. Volevano far esplodere in volo diversi aerei, in particolare sulla tratta dall'Inghilterra al Canada. Il gruppetto, legato ad Al Queda, fu scoperto nel 2006. Da allora le compagnie aeree hanno rafforzato ulteriormente la sicurezza e inventato la faccenda del beauty case trasparente e dello shampoo mignon.
E' vero che uno si chiede per quale motivo ti devi per forza portare lo shampoo nel bagaglio a mano se voli da Bologna a Madrid e che questo ha dato una mano alle aziende di packaging in tempi di crisi (e agli addetti dell'aeroporto ai quali gli incauti viaggiatori son costretti a lasciare champagne, wiskey e liquori vari incautamente messi nel bagaglio a mano).
Ma la questione più importante è: perchè noi donne in età che abbiamo la crema preferita "che per le rughette ai lati degli occhi è miracolosa" e l'olio per capelli "che te li lucida come quelli di una quindicenne" siamo costrette a rinunciarci per tutti il viaggio e ad arrivare a destinazione come la zia della Befana a causa di quattro uomini che devono per forza giocare a fare la guerra?
Oggi 'so filosofica. E poi si avvicina 11/9.

Joe the Plumber 'de 'noaltri (con licenza dei romani)

L'ho trovato! La prossima volta che la caldaia di casa va in tilt e ci lascia senz'acqua nella vasca per tutto il fine settimana del 4 luglio so chi chiamare. E' lui è "Joe the Plumber", l'idraulico più famoso d'America, e bazzica proprio da queste parti a Miami Beach. Per la verità mi sa che sia un altro Joe,  questo fa Cole di surname, ma chissà.
Certo che per Samuel Joseph Wurzelbacher in arte il vero Joe the Plumber dell'Ohio dev'esser stata dura ritornare ad occuparsi di cessi otturatii dopo esser stato per settimane sotto i riflettori di tutte le tv Usa. Wurzelbacher diventò Joe the Plumber durante la campagna elettorare per le presidenziali per aver chiesto al candidato Barak Obama come intendeva muoversi sul fronte della tassazione per i piccoli imprenditori, come lui per l'appunto. Proprio le tasse sono state una delle "bestie nere" del "socialista" Obama durante la campagna. Con la sua domanda da "normale cittadino," Joe divenne l'emblema dei piccoli contractor, dei small business man di tutti gli States. E dei Republicans, of course. Il ticket McCain-Palin ne fece un eroe.

Purtroppo mi sa che non riuscirò comunque a veder spuntare proprio la testa pelata di Wurzelbacher se mi si rompe di nuovo la caldaia. Le ultime notizie lo danno pronto per lanciarsi in politica, ben inserito nel mondo delle pubblicità  e pure del giornalismo come commentatore politico e inviato di guerra per un web media conservatore: pjtv.com.
Non sapevo che riparare tubi fosse uno skill utile per proporti come reporter. Fare il giornalista sta diventando sempre più difficile.
Aveva ragione mio padre, dovevo fare l'idraulico se volevo fare i soldi. Per cominciare cercherò il ibro "Joe the Plumber: Fighting for the American Dream", PearlGate Publishing. Un vero instant book neanche Bruno Vespa riuscirebbe a far meglio: le elezioni ci son state il 4 novembre 2008, a fine mese era già pronto.

sabato 5 settembre 2009

Anche i piloti hanno il diritto di fare pipì come tutti gli altri

Dedicato a chi pensava che la corsetta per agguantare un posto corridorio con la Ryanair fosse già il massimo del minimo che potesse capitare su un aereo.
Giovedì scorso i piloti dell'Amerijet sono scesi in piazza, o meglio davanti all'ingresso dell'aeroporto di Miami, in nome del loro diritto alla tazza del water. Pare che non ci sia alcuna legge federale che obblighi le compagnie aeree a fornire gli aerei di bagni per il personale, così Amerijet, una compagnia cargo di Fort Lauderale e Miami, ha deciso, per risparmiare, che i suoi piloti devono fare pipì dentro dei sacchetti di plastica verde (ci sono pure un po' più grandi nel caso la problematica sia, diciamo, consistente). I sacchetti sono gentilmente forniti da Amerijet. A parte il fatto che fare la pipì così, alla brutta, davanti ai colleghi non è proprio il massimo (piloti donne comprese) non stiamo parlando di viaggi di un'ora o due, ma di voli di ore e ore con relativi sacchetti puzzolenti che si ammucchiano in un angolo. Che bell'immagine...



Tutta la mia solidarietà ai piloti dell'Amerijet in sciopero, prima che qualcuno scopra che pure i bagni per i viaggiatori (paganti) non sono necessari per legge e decida di fornirli solo alla business class. La Ryanair non stava pensando di mettere le toilette a gettone? Un euro per la pipì, due per faccende più "lunghe"? Accettano i dollari? E se non hai gli spiccioli?

Quanto puoi andar lontano per tenerti il lavoro?

Due postine di New York devono farsi tutti i giorni 200 miglia (330 chilometri), che considerato il traffico significano 5-6 ore tra andata e ritorno, da Washington Heights e Harlem fino al loro ufficio  di East Hampton.
Il servizio postale pubblico americano non gode di buona salute. Ups e Fedex l'incalzano molto da vicino. Ad agosto Obama è stato ripreso aspramente dopo un incontro sulla riforma della sanità, proprio perché aveva utilizzato proprio questo paragone infelice per promuovere l'idea che la competizione tra servizio sanitario pubblico e assicurazioni private non avrebbe danneggiato bensì ulteriormente rafforzato tutto il sistema. La verità è che il servizio postale sta perdendo 7 miliardi di dollari e circa i 10% dei suoi 32.741 uffici verranno chiusi e 150 mila posti di lavoro sono già scomparsi.
Carolina Shellman e la sua collega Michele Morgan (che come molti newyorkesi non ha neppure l'auto) hanno ricevuto la notizia del trasferimento il giorno prima del fine settimana del 4 luglio. Sai che fuochi di artificio. Chiaramente le due donne e i sindacati pensano che il Servizio postale stia cercando di render loro la vita impossibile affinché accettino i 15 mila dollari che gli hanno offerto per lasciare il lavoro. Ma significherebbe perdere non solo lo stipendio quanto assicurazione sanitaria, benefit per i figli ecc ecc
Due anni fa una mia amica di Imola si è trovata a decidere se lasciare il lavoro oppure fare tutti i giorni circa 130 chilometri moltiplicato due oppure trasferirsi. La sua azienda ristrutturava e chiudeva. Considerando che il lavoro era un part-time dopo lunghe trattative insieme ai sindacati, si è presa qualche migliaia di euro e ha detto addio al lavoro. Era chiaro a tutti che sarebbe finita così. Una cosa simile sta accadendo alla Cnh di Imola.
La mia amica da allora è disoccupata, fa la casalinga, il marito lavora in ceramica, la casa è loro e il mutuo pagato da tempo e non hanno figli. Quest'anno di fronte alla crisi delle ceramiche l'ho trovata un po' preoccupata ma per ora se la cavano.
Quanto alla Cnh, che appartiene alla stessa potente Fiat che ha annunciato grandi sviluppi in primavera, le prospettive son ben diverse. Per i 431 dipendenti dello stabilimento imolese, ora in cassa integrazione straordinaria (finita il 31 agosto), e' stato annunciato il licenziamento. O meglio "le produzioni di Imola saranno trasferite negli altri due stabilimenti Cnh di San Mauro (Torino), che conta 750 addetti, e Lecce, che ne ha 550". Se qualcuno preferisce l'aria del mare può sempre lasciare Imola e scendere 800 chilometri più a sud. Facile no? E chi ha figli che vanno a scuola? E se la moglie lavora a Imola? No problem, si arrangeranno... In caso contrario tutti a casa.
C'è voluto lo sciopero della fame iniziato una decina di giorni fa da un operaio di 51 anni per costringere i media nazionali, e a quel punto pure dirigenza Fiat e Governo, a riconsiderare la richiesta di sindacati e lavoratori di sedersi ad un tavolo per trovare un'eventuale soluzione. Si vedranno mercoledì 9. Sono moderatamente pessimista con un sottofondo di ottimismo su questa vicenda.
Il blog dei lavoratori in lotta:
http://lavoratoricnh.blogspot.com/
Qua con Epifani della Cgil:
Anche le postine Carolina e Michele son fortunate: vuoi mettere lavorare vicino alle spiagge di Hampton? Roba da ricconi. Lucky girls

venerdì 4 settembre 2009

Leggeri leggeri, capezzoli al vento, creme abbronzanti e cervelli d'aria

Lo so ci son problemi più gravi, ma per una volta facciamola leggera leggera.  Quasi trasparente...
Prima cosa il 23 agosto, per Lincoln road c'è stata la sfilata di protesta in favore della Giornata mondiale dell'orgoglio... topless. La National GoTopless protest. New York è l'unico stato americano in cui le donne possono girare legalmente in topless, dopo una sentenza 1992 della corte suprema dello Stato. A Miami Beach, per esempio, stare in spiaggia a seno nudo è legale, ma devi "comportarti bene", altrimenti la polizia può portarti davanti ad un giudice.Comunque, come sempre accade da queste parti, se qualcuno non è d'accordo si fa un bel cartello, lo alza in strada e dice come la pensa. E così è stato: battaglia per il diritto Costituzionale delle donne di stare a seno nudo come gli uomini. Perché tutti i petti sono uguali.


E pure le schiene. Miami vive di turismo, dell'idea che è una città bollente in tutti i sensi, quindi che cos'hanno inventato in un hotel? Ma il "tanning butler", che tradotto alla casalinga potrebbe diventare "il maggiordomo della tintarella". In pratica un bel ragazzo, ben piantato, che ti sparge la crema solare mentre stai sdraiata sul lettino. Servizio completo. Uno dei lavori più sexi recensiti da E!  con un servizio di mezzora. Decisamente una faticata, e poi hai sempre le mani unte, e si sa che agli uomini non piace usare la cerma solare.


 
Ultima storia quella delle sorelline Kardashian. Un reality sulla vita di due sorelle che non fanno altro se non esistere ed essere le sorelle di una terza, Kim, che ha fatto due film e ha come curriculum di essere amica di Paris Hilton. "Kourtney and Khloe Take Miami" sempre su E!. Da Los Angeles le due operose fanciulle si son trasferite a Miami per aprire un'altra boutique Dash. Khloé ha pure un suo programma su radio Y100 “Khloé After Dark”. Per chi le volesse seguire su Twitter http://twitter.com/KourtneyKardash e http://twitter.com/KhloeKardashian.
Passo passo dall'hamburger per cena ai problemoni di come alzarsi e gestire uno store ed essere nel contempo una party girl, trovare la scarpa giusta e dove andare a bere la sera.



Più leggeri di così, siamo al vuoto pneumatico. A questo punto trovi interessante pure le litigate tra tronisti dalla De Filippi e il Gf (a quale siamo in Italia?). 
Ma Belen e Corona si sposano? 
La Daddario presenta Sanremo giovani per caso?
Oddio mi sto perdendo tutte le cose che contano...

giovedì 3 settembre 2009

I pedofili sotto il ponte non aiutano il turismo


Come sottoliena il Nyt, il caso di Philipp Garrido, il californiano che ha rapito e tenuto segregata una ragazza per 18 anni, solleva seri dubbi sull'efficacia di alcune leggi approvate negli ultimi anni nei diversi Stati americani per prevenire i casi di violenze sessuali, soprattutto nei confronti dei minori. Ad esempio, la pubblicazione on line di facce e indirizzi di chi è stato condannato per un reato sessuale. In Italia  i nomi di arrestati e condannati possono esser resi noti solo se non fanno identificare le vittime,da queste parti basta un click del mouse e puoi verificare se nei dintorni di casa tua abita un pedofilo, con tanto di foto, tatuaggi e indirizzo. 
Questa è la scheda di Garrido dal sito della California.

In Florida la famosa lista contiene sia i nomi degli stupratori, che quelli dei pedofili, e rimani in essa anche se esci sulla parola. In occasione di Halloween uno degli articoli di rito per i quotidiani, come da noi quelli sulle luminarie a Natale, è quello con l'elenco, strada per strada, block dopo block, con tutti i nomi dei pedofili conosciuti dei dintorni. Tanto per far star tranquilli i genitori mente mandano in giro i figli vestiti da  diavoletto a chiedere: "trick or treat?". Sul sito web della Florida puoi perfino chiedere che ti inviino un email, casomai ci sia qualche novità nella fedina penale del sex offender che ti interessa oppure abbia cambiato indirizzo. Tanto per non perderlo di vista. Così come puoi inviare informazioni su eventuali "avvistamenti". E chiaramente c'è pure la sezione con tutte le info, molto "polite", per gli stessi sex offender. Su questo gli americani sono di una correttezza sconvolgente.


Questo per esempio, pare sia un mio "vicino." Si chiama Raymond Joseph Montgomery. Me lo danno ancora carcere, per ora. Non mi pare di averlo visto in giro.
 
Il primo problema, in tanta organizzazione, è il fatto che i nomi sono talemente tanti (674 mila in tutti gli Usa), e i costi per controllarli tutti altrettanto elevati, che in pratica difficilmente un poliziotto bussa alla porta di tutti sistematicamente per vedere cosa succede. Secondo problema, molti Stati hanno approvato leggi che obbligano chi si trova in queste liste a risiedere lontano da scuole, asili, parchi giochi o simili frequentati da bambini (di solito il limite minimo è sui 1.000 piedi - circa 300 metri). Può sembrare un'idea intelligente ma provate un po' a mettervi davanti ad una cartina di una qualsiasi cittadina, e matita e righello alla mano cercate un buco  di casa che rispetti quest'obbligo. Chiaro che significa relegare queste persone nelle zone più isolate o in campagna. A prima vista può sembrare una bell'idea, ma di solito non vai a molestare il figlio dei vicini.  Cosa c'è di più pratico dell'andare in auto dove non ti conoscono, commettere una violenza e poi ritornare a nasconderti in campagna, dove magari tutti pensano che tu sia il vicino di casa più simpatico e tranquillo del mondo? Vedi Garrido?
I più poveri spesso si trasformano in senzatetto, come homeless possono vivere dove vogliono, lo dice la parola, perfino su una panchina accanto al kindergarten.
Così controllo e sicurezza in alcune realtà si sono trasformate in beffa. La contea di Miami-Dade in Florida, quella di Miami per capirci,  ha approvato un regolamento che restringe ulteriormente i limiti per la residenza: non devi essere più vicino di 2.500 piedi (760 metri) e ci hanno aggiunto pure le fermate del bus. Praticamente impossibile da rispettare. Quindi cos'hanno inventato un gruppo di sex offender?  Si sono installati con tende e baracche sotto uno dei ponti che collegano Miami a Miami Beach, il Julia Tuttle Causeway. Hanno creato una vera e propria baraccopoli che quest'estate contava su circa 70 persone (compresi una decina di pedofili). Attraversando il ponte è impossibile non notare le tende tra gli alberi, sul prato davanti alla baia, dove sfrecciano motoscafi e jetski, a due passi (ma garantisco più di 2.500) dalle spiagge e dalle famigliole che fanno i castelli di sabbia. E la beffa è che si sono installati proprio al confine tra le due municipalità, quindi se Miami ignora il problema (non hanno alcuna intenzione di assumersi i costi di trovare un posto dove collocarli), Miami Beach, che vive di turismo e deve essere quanto più "sicura possibile", può far ben poco se non lamentarsi.
A loro si sono aggiunte associazioni come Aclufl.org, che ritengono la situazione ingiusta, inumana e inefficace da un punto di vista della sicurezza. Dall'altro lato c'è chi è preoccupato di vedersi svalutare ulteriormente il valore della casa con quei pedofili baraccati che rovinano "landscape" e "neighborood." E il real estate di  questi tempi a Miami Beach è un tema a dir poco delicato, una casa considerata poco appetibile è una disgrazia paragonabile solo al vivere a Los Angeles senza la macchina.

Dopo due mesi di tira e molla, pare che la situazione si stia risolvendo. La Miami-Dade County pare utilizzerà parte dei fondi federali stanziati per "stimolare l'economia (devono arrivare 7 milioni e mezzo) per i senzatetto, compresi quelli del Julia Tuttle Causeway. Dove intendono piazzarli però, per ora non è dato sapere. Infatti ovunque li spostino c'è un'insurrezione generale, neanche si trattasse di una centrale a biomasse. Not in my courtyard, please  che mi rovinate il real estate...
Nel frattempo Miami-Dade pensa al futuro. Qual è la bella pensata? Un'ordinanza che vieti ai sex offenders di "bighellonare" nelle zone dove ci sono dei bambini (Chilndren's Safety Zona). Questo dovrebbe allontanare anche i pedofili-senzatetto. Un dubbio? Chi giudica se sto camminando, portando il cane a far pipì o "bighellonando"?

mercoledì 2 settembre 2009

A 18 anni puoi comprare le granate ma non la birra


Il punto d'incontro tra Cina, Albania, Stati Uniti e Afghanistan è un ufficio a due passi dalla spiaggia di Miami Beach. Una delle zone più cool della città. E' la Aey inc. di Efraim Diveroli, 23 anni appena, che rischia 5 anni di prigione, per aver venduto all'esercito americano vecchie munizioni cinesi facendole passare per albanesi. Una commessuccia da 298 milioni di dollari. 
Cos'ha ben pensato di fare Diveroli? Ma di acquistare un bel po' di munizioni in possesso dell'Albania's Military Export and Import Co, una controllata del Ministero della difesa albanese. Roba risalente agli anni '60, quando Mao e Hoxa erano ancora grandi amici. Quasi antiquariato o gadget per nostalgici della Guerra fredda. Valore commerciale quasi zero. L'idea era geniale quanto semplicissima: togliere le cartucce dalle scatole cinesi e reimpacchettarle "made in Albania". Una volta infilate in un Kalashnikov chi può notare la differenza.

Il contratto con l'esercito usa per la fornitura di munizioni (con l'U.S. Army Sustainment Command in Rock Island) risale al marzo del 2007 e, visto l'ammontare, la Aey si era guadagnata pure un articolo sul defenseindustrydaily.com L'idea di Diveroli gli permetteva non solo di lucrare sulla commessa, quanto di aggiarare l'embargo che esiste tuttora nei confronti delle armi cinesi. Parte delle restrizioni commerciali che gli Stati Uniti hanno deciso dopo Tienanmen. Le restrizioni pian piano sono cadute, come ben dimostra il fatto che la Cina è il più grande "creditore" del mostruoso debito Usa, ma quelle per le armi son rimaste. Già nel 2008, però, la Aey era sotto inchiesta da parte del ministero della difesa americano. A parte la faccenda dei cinesi, pare che in alcuni casi le armi vendute non fossero conformi agli standard di sicurezza e prestazioni richiesti dal Pentagono ("It would seem that even a Kalashnikov has limits on what it will fire" pare sia stata la battutona di un militare americano) o semplicemente ne siano state consegnate meno del pattuito.

La sentenza per Diveroli è attesa per il 1° novembre; dovrebbe essere meno pesante del previsto perchè venerdì 28 agosto il "ragazzo" ha confessato la faccenda cinese, chiaramente dopo un accordo con il procuratori. I capi d'imputazione, però, sono 84 e vanno dalla frode al traffico d'armi (pare vi siano legami anche con altri paesi e trafficanti).
Nata dieci anni fa con un fatturato annuale di 630,000 dollari e meno di dieci dipendenti, c'è da chiedersi cos'abbia convinto nel 2007 l'Army Sustainment Command in Rock Island a dare all'Aey una commessa del genere. Promozione dei giovani piccoli imprenditori? Un dubbio ce l'hanno pure il NYT e una Commissione del congresso, ma per ora s'indaga sui collegamenti con politici albanesi (il ministro della difesa) che possono aver coperto l'affare.
Certo che Diveroli, in fondo, poteva già vantare una certa esperienza dato che la licenza come rivenditore di armi l'ha presa a 18 anni appena (dopo aver lasciato la high school), quando è diventato presidente dell'azienda di famiglia; come vice si è scelto un amico di due anni più vecchio. Al suo attivo, compravendita di granate, munizioni, armi di ogni tipo.  Però tranquilli, fino ai 21 anni non ha potuto bere alcol! In banca il giovane imprenditore ha circa 4 milioni e rotti di dollari che lo attendono , frutto delle prime tranche di armi consegnate agli Usa per gli afgani e non coinvolte nella faccenda cinese. Per ora son congelati, ma in futuro chissà.
Vita morte e miracoli del genio delle munizioni" sono qui.
La Aey, Inc (975 Arthur Ste 211, Miami Beach, 33140, Phone: (305) 401-7222) risulterebbe ancora attiva. Nei blog la segnalano come un buon posto per comprare cartucce sfuse a prezzi concorrenziali. Casomai uno dovesse fare una strage in un college o in una palestra e fosse a corto di denaro...

martedì 1 settembre 2009

Stati Uniti, Corea del Nord e Iran, così diversi così uguali

"Trial by Fire" Did Texas execute an innocent man?
da The New Yorker via Huffingtonpost.com
Il Texas ha mandato a morte un innocente? Pare proprio di sì. E non è l'unico. Il caso  è quello di Cameron Todd Willingham, un uomo che è stato 12 anni nel braccio della morte, infine ucciso con un'iniezione letale nel 2004 con l'accusa di aver ammazzato i suoi due figli appiccando apposta il fuoco alla loro casa. Si è sempre proclamato innocente, e per questo ha rifiutato perfino di commutare la condanna in carcere a vita. "The state forensic commission in Texas is still finishing its work on Willingham's case, but David Grann's New Yorker article examines the entire case, including the jailhouse informant who plainly gave false testimony and the circumstantial evidence (...) fair-minded people will know beyond a reasonable doubt that an innocent person was executed". E secondo quanto scoperto fino ad ora pare proprio che fosse innocente.

"All'ora del delitto Alberto era al pc". Scontro sulla perizia che salva Stasi. Smontata l'accusa contro il ragazzo accusato per l'omicidio di Garlasco.
da La Stampa via claudiocaprara.it
Alberto Stasi è il principale indiziato, tuttora l'unico diciamo, per l'omicidio di Chiara Poggi. Lo scontro tra periti riguarda il suo alibi: ha sempre detto che all'ora dell'omicidio stava lavorando al pc.


Mi pare che bastino queste due notizie per decidere che non si può accettare la pena di morte. Se è vero che "We, the people..." siamo depositari del "potere", come cita il preambolo della Costituzione americana, di "establish justice, insure domestic tranquility, provide for the common defense, promote the general welfare, and secure the blessings of liberty", oppure come in quella italiana dove il popolo è "detentore" della "sovranità" che "esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione", se è vero tutto ciò, questo significa noi tutti siamo responsabili, qualora un giudice o una giuria "sbagliassero", della morte di un innocente. Oggi, in tempo di pace, non credo che una nazione, un popolo, possa razionalmente e in coscienza accettare una cosa del genere. A prescindere dal reato.


Solo Stati Uniti, Cina e Giappone, tra i paesi più forti economicamente, hanno ancora la pena di morte. Insieme a loro nazioni come Iran e Iraq, Corea del Nord, Arabia, India, Egitto e Sudan, Filippine o Malesia... (per per l'elenco completo e altre info qui). Usa, Iran e Corea del Nord, quindi, in fondo, hanno qualcosa in comune. Invece l'Italia del Governo Prodi II, nel 2007, è stata promotrice della moratoria universale della pena di morte approvata dall'Onu. Hanno votato a favore 104 Stati. Gli Usa han votato contro, chiaramente insieme a Corea del Nord e Iran (e non solo).

Negli Stati Uniti l'abolizione della pena di morte non è tuttora un tema molto popolare, soprattutto al sud (solo 15 dei 50 Stati americani non prevedono la pena di morte nel loro statuto), ma perfino nel "rude" Texas è nato un movimento contro la pena di morte Students Against the Death Penalty. A portare la loro compagna su tutti i giornali nelle scorse settimane ci ha pensato l'avvio del procedimento contro SharonKiller. Sharon Keller è un giudice texano, accusata di aver violato i diritti di un condannato a morte di presentare appello all'ultimo minuto, perché si sarebbe rifiutata di accoglierlo dicendo che era troppo tardi perchè: "We close at 5", l'ufficio chiude alle 17, sorry. La Keller deve dimostrare di non aver tenuto, in pratica, una "condotta riprovevole" davanti alla Commissione di stato sulla condotta dei giudici. Visto il cognome non ci ha messo molto a diventare "Sharon il Killer" nei blog degli oppositori alla pena capitale. Detto ciò, il soggettino che doveva presentare appello sarebbe al massimo riuscito a sopravvivere qualche mese, e non era proprio uno stinco di santo, bensì un omicida. Ma questa è un'altra storia.